Quantum
Leap (in italiano è stata tradotta con "Oh mamma!")
è una delle serie TV che hanno davvero lasciato il segno. Trasmessa
in Italia per la prima volta dalla RAI all'ora di pranzo, recentemente
era stata riprogrammata su TMC (o LA7 se preferite), ma comunque troppo
poco secondo tutti gli appassionati di Scott Bakula, che vi ricordiamo,
è stato impagnato con la serie di Star Trek intitolata
"ENTERPRISE".
Dopo una full-immersion nelle varie saghe
di Star Trek, cercando di spiegare a grandi linee i vari collegamenti
e parlando dei personaggi principali, andremo oggi ad esplorare, un
altro tipo di fantascienza. Per la precisione quella legata ai viaggi
nel tempo.Chi di noi non ha mai
sognato di viaggiare almeno una volta nel tempo alzi la mano, ma penso
che saranno veramente in pochi.
Chi
per risolvere questioni personali, chi invece per semplice curiosità,
tutti quanti un viaggetto nel tempo lo farebbero molto volentieri. Per
quanto mi riguarda farei immediatamente un salto nel tempo di 30 anni
esatti nel futuro, per vedere che diamine siamo riusciti a combinare,
ed andrei avanti così di 30 anni in 30 anni per vedere i cambiamenti
sostanziali. Ma a parte queste mie digressioni personali, nel mondo
del cinema e delle serie televisive, il tema dei viaggi nel tempo ha
sempre affascinato tutti, ma oggi voglio parlarvi di una serie in particolare,
che utilizzava un principio assai strano per spostare nel tempo il suo
protagonista: QUANTUM LEAP !!!L'incipit
iniziale diceva così: "Ero convinto che si potesse viaggiare nel
tempo. Così il Dottor Samuel Beckett
entrò nell'accelleratore e svanì. Si accorse di trovarsi nel passato
e guardandosi allo specchio vide una faccia che non era la sua. Era
spinto da una forza sconosciuta a modificare in meglio gli eventi. La
sua unica guida era Al, l'osservatore del progetto, che gli appariva
nella forma di ologramma che solo lui (il Dott. Beckett) poteva vedere
e sentire.Intrappolato nel passato, Samuel Beckett salta di vita in
vita, aiutando coloro che si trovano nei guai e sperando, ogni volta,
che il suo prossimo salto sia verso casa."
In
questo modo, gli autori stessi della serie, facevano capire a grandi
linee il tema portante di questa saga, e devo dire che era veramente
interessante. La prima volta che vidi gli episodi in questione, rimasi
colpito dal geniale modo in cui, senza molti effetti speciali, questa
serie facesse intraprendere un viaggio non solo nel tempo al protagonista,
ma anche nella fantasia agli spettatori. Ovviamente essendo tutti viaggi
nel passato, (oltremodo abbastanza recente) le ricostruzioni non erano
molto complesse, ma il modo di raccontarle era veramente da premiare.L'idea
iniziale di far viaggiare il protagonista attraverso le vite di altre
persone, impadronendosi momentaneamente del loro corpo, è molto originale.
Si la mitica macchina del tempo esiste anche qui, ma rimane ferma nel
futuro, smaterializzando il viaggiatore, invece di seguirlo come accadeva
invece nella mitica trilogia di Ritorno al Futuro. Molte volte negli
episodi Samuel Beckett ne spiegava il funzionamento, dicendo che la
propria vita, è come un filo disteso, con un inizio ed una fine, ma
se si riesce a trovare il modo di aggrovigliare questo filo, ecco che
è possibile viaggiare nel tempo, saltando da un punto all'altro della
propria esistenza. Questo ovviamente implicava dei limiti, potendo viaggiare
soltanto nell'arco di tempo della propria vita, Samuel Beckett non avrebbe
mai potuto assistere ad esempio alla nascita di Cristo, oppure alla
scoperta dell'America, ma tuttavia, ci sono stati degli episodi veramente
splendidi dal punto di vista narrativo, che racconterò in maniera
più dettagliata prima o poi su queste pagine, perchè meritano davvero.
Fabiotrek